domenica 31 luglio 2011

Accordo preliminare negli USA

Un accordo preliminare sull'aumento del tetto del debito sarebbe stato raggiunto. Lo riporta la stampa americana citando alcune fonti, secondo le quali l'accordo, non ancora definitivo, prevedrebbe un aumento del tetto del debito fino a 2.800 miliardi di dollari e tagli alle spese leggermente superiori. L'aumento del debito avverrebbe in due fasi, la prima da 1.000 miliardi di dollari immediata.
Una commissione dovrebbe poi raccomandare, entro il Giorno del Ringraziamento, ulteriori tagli fino a 1.800 miliardi di dollari per un secondo aumento del tetto del debito in grado di coprire i bisogni finanziari del paese fino a dopo le elezioni: se il Congresso non approvera' i tagli entro la fine di dicembre scatteranno tagli automatici alla spese anche. Al Congresso sarebbe richiesto di votare un emendamento alla Costituzione per un budget bilanciato ma l'approvazione non e' necessaria.
L'accordo, se sara' definitivo, sara' sottoposto al voto del Senato oggi all'una, ore 19.00 italiane. La Camera potrebbe votare oggi o lunedi, per consentire al testo di arrivare al presidente entro il 2 agosto ed evitare il default. La Casa Bianca e il Congresso sono ancora al lavoro sui dettagli della misura e il posticipo di 12 ore del voto in Senato offre piu' tempo per mettere a punto un piano in grado di passare alla Camera e in Senato. Il compromesso prevede l'emendamento alla Costituzione per un budget bilanciato, ovvero il governo potra' spendere solo quello che raccoglie con le entrate fiscali. Il Congresso dovra' votare l'emendamento ma l'approvazione non e' necessaria. L'emendamento per un budget bilanciato piace agli americani con il 74%, secondo un sondaggio della Cnn, che lo appoggia e un 24% che lo respinge. L'emendamento per un budget bilanciato e' stato considerato per la prima volta nel 1956 ed e' stato votato nel 1981.
CASA BIANCA TRATTA ACCORDO, SLITTA VOTO SENATO
NEW YORK - La Casa Bianca scende in campo e cerca di sbloccare l'impasse sull'aumento del tetto del debito. ''I negoziatori hanno chiesto piu' tempo per un accordo e il voto del Senato slitta'' a domenica nel pomeriggio. ''La sessione e' convocata a mezzogiorno, con un voto in programma all'una'' (le 19 ora italiana). Il leader dei democratici in Senato, Harry Reid, si mostra piu' ottimista in aula. Lo slittamento di 12 ore del voto sul piano di riduzione del deficit e del debito da' alla Casa Bianca un tempo sufficiente per modificare il piano avanzato dallo stesso Reid per recepire anche le richieste repubblicane. ''Le distanze da colmare restano e c'e' bisogno di piu' tempo'' evidenzia Reid al termine di una giornata convulsa.
''Non ci sono stati progressi'' aveva detto solo qualche ora fa Reid gelando l'ottimismo su un accordo a breve dopo che i leader repubblicani avevano dichiarato che un accordo era vicino. Che qualcosa si muovesse era pero' evidente: dopo giorni di virtuale silenzio, sono ripresi i contatti fra Obama e i leader dell'opposizione, lasciando intravedere che i negoziati su un accordo sull'aumento del tetto del debito, a due giorni dal possibile default, sono finalmente decollate dopo le prove di forza di repubblicani e democratici che hanno fatto naufragare i rispettivi piani sulla riduzione del deficit e del debito spaccando il Congresso, ancora nell'impasse.
''Un accordo ci sara' il prima possibile'' ha affermato lo speaker della camera, John Boehner, sottolineando che i repubblicani sono ''seriamente'' seduti al tavolo per trattare con il presidente Barack Obama, con il quale ha avuto nelle ultime ore contatti telefonici. ''Non ci sara' alcun default: avremo un accordo a breve. Ho parlato con il vice presidente Joe Biden e Obama, l'unica persona che puo' firmare un piano e farlo diventare legge'' gli aveva fatto eco il leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell, che aveva chiesto al presidente Barack Obama di chiarire cosa intende firmare. I leader democratici del Congresso, Nancy Pelosi e Harry Reid, sono andati alla Casa Bianca. E tutto e' sembrato indicare che ci fossero prove di accordo, per il compromesso che evitera' il default e che Obama chiede da giorni. Ma Reid aveva gelato l'ottimismo: ''Non ci sono stati progressi. Un accordo non e' vicino. Le parole dei repubblicani sono senza senso. I repubblicani ancora si rifiutano di trattare in buona fede''.
La schiarita in Congresso su un accordo e' durata poche ore. L'apertura dei repubblicani e i contatti fra McConnell e Obama e fra Boehner e Obama avevano lasciato sperare in una soluzione a breve. Ma il nodo sembra piu' difficile da sciogliere, con Reid e Pelosi che sembrano aver lasciato la Casa Bianca in qualche modo scontenti e preoccupati per le negoziazioni dirette fra Obama e i repubblicani e i risultati in cui si tradurranno per i democratici. La svolta sembrava essersi avuta nelle ultime 24 ore con la Camera che ha approvato il piano Boehner e il Senato democratico, mostrando i muscoli, lo ha respinto due ore dopo, iniziando a premere per il piano Reid. Ancora prima del pronunciamento del Senato, la camera con un voto simbolico ha respinto il piano Reid, inviando un chiaro segnale di forza e ritrovata compattezza dei repubblicani dopo le difficolta' degli ultimi giorni. Obama e' stato l'intera giornata alla Casa Bianca, nessun appuntamento ufficiale previsto per cercare di sciogliere il nodo del debito prima dell'apertura dei mercati di lunedi'. Le piazze finanziarie finora hanno retto, mostrando solo nelle ultime sedute una maggiore tensione, ma il rischio che la settimana prossima ci sia un crollo e' reale. Una bruscata frenata dei mercati lunedi' potrebbe aumentare la pressione per un accordo. ''E' il momento di agire per gli americani. E' il momento di un compromesso'' ha detto Obama invitando repubblicani e democratici a ''dimostrare la stessa responsabilita' che gli americani mostrano ogni giorno. Il momento di mettere il partito prima e' finito''. ''Ogni soluzione deve essere bipartisan'': ''il Congresso deve trovare un terreno comune su un piano che possa ottenere l'appoggio di ambedue i partiti alla Camera. Dobbiamo raggiungere un compromesso entro martedi'''. Obama ha messo in guardia sui rischi di un downgrade, che sarebbe ''imperdonabile e interamente dovuto a Washington''. Il piano Reid e' la base per un compromesso secondo la Casa Bianca. La ricetta Reid e' stata rivista nelle ultime ore per conquistare voti repubblicani Nel testo era stato inserito un aumento del tetto del debito in piu' fasi, come chiesto dai repubblicani e previsto nel piano di McConnell delle settimane scorse, ma non dipendente da ulteriori tagli alla spesa.

SUI 50 ANNI DI OBAMA INCOMBE LA SPADA DI DAMOCLE DEL DEFAULT
di Emanuele Riccardi
NEW YORK - A Washington nessuno, o quasi, ha ormai dubbi: il presidente degli Stati Uniti Barack Obama non festeggerà i suoi 50 anni, giovedì 4 agosto, in pompa magna come il suo predecessore Bill Clinton, sassofonista e amico delle rockstar. Su Obama incombe infatti la spada di Damocle del default, cioé il rischio di insolvenza per gli Stati Uniti, e i difficili negoziati che in queste ore stanno proseguendo ad oltranza tra Casa Bianca e Capitol Hill per alzare il tetto del debito. E poi, Obama non ha la fama di essere un organizzatore di grandi feste, limitandosi in genere a portare la first lady Michelle nel loro ristorante preferito di Chicago, Spiaggia, un ottimo italiano che si trova sul Magnificent Mile della città bagnata dal lago Michigan.
Ci erano andati per esempio per la San Valentino del 2008, e Barack aveva speso circa 700 dollari per due. I 49 anni, il presidente americano li ha addirittura festeggiati da solo, perché Michelle, accompagnata dalle figlia Sasha e Malia, si trovava in Spagna per un viaggio (semi) ufficiale, svoltosi non senza polemiche per i costi sostenuti dal contribuente americano per far conoscere a first lady e first daughtrers le gioie della spiaggia di Marbella.
Per Clinton, un gran 'viveur', il discorso è diverso. Il 42.mo presidente degli Stati Uniti ha compiuto 50 anni il 19 agosto 1996, in piena campagna elettorale per la rielezione alla Casa Bianca, pronto ad affrontare un debolissimo Bob Dale meno di tre mesi dopo. Per l'occasione, Bill aveva organizzato un super-concerto rock di raccolta fondi in una delle più prestigiose sale di Manhattan, il Radio City Music Hall. La serata, con biglietti tra i mille e i 15mila dollari e trasmessa via satellite in 100 paesi, era stata presentata da Whoopi Goldberg.
Vario e prestigioso il cartellone: Tony Bennett, Jon Bon Jovi, Smokey Robinson, Shania Twain, Carly Simon, Kenny Rogers e Aretha Franklin. A dir vero Clinton ha fatto di meglio 10 anni dopo, da pensionato di lusso: a festeggiarlo sono stati i Rolling Stones, suoi amici personali, nello stupendo Beacon Theater dell'Upper West Side. Il concerto è stato magistralmente filmato da Martin Scorsese, nel suo fantastico 'Shine a Light' uscito nel 2008. Festeggerà discretamente i suoi 50 anni, ma la scadenza dei 51 si annuncia ancora più difficile per Barack Obama, a ridosso delle presidenziali. I repubblicani non hanno ancora scelto il suo avversario, ma se economia e mercato del lavoro non ripartiranno, la rielezione non sarà una passeggiata.

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