(ansa)ROMA - "Io prima di fare il ministro dichiaravo al fisco 5 milioni, 10 miliardi di vecchie lire all'anno. Devo dire che do in beneficenza più di quanto prendo come parlamentare. Non ho bisogno avere illeciti favori, di fregare i soldi agli italiani. Non ho casa a Roma non me ne frega niente, non faccio vita di salotti". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, intervenendo a Uno mattina. "Forse avrei dovuto essere più attento, ma se devi lavorare in quento modo... Gestire il terzo debito ti impegna abbastanza. Ma se ci sono stati illeciti la magistratura procederà. Se ci sono stati appalti commissariamo tutto, abbiamo già commissariato una società e lo rifaremo se serve".
CRISI: FARE MOLTO DI PIU' E PIU' IN FRETTA - Per uscire dalla crisi "si può e si deve andare avanti. Bisogna fare di più, più in fretta essere più convincenti. Va fatto molto di più". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, intervenendo a Uno mattina
SU AFFITTO HO SBAGLIATO MA NULLA DI ILLECITO
di Marcella Merlo
MILANO - Errori si', illeciti mai. Cosi' Giulio Tremonti interviene sulla vicenda dell'affitto della casa messa a disposizione a Roma dal parlamentare Marco Milanese, che ha detto di aver ricevuto dal ministro dell'Economia pagamenti di 1.000 euro alla settimana in nero. E lo fa con una lettera al Corriere della Sera di replica all'editoriale di ieri di Sergio Romano.
''Signor direttore, ambasciatore Romano, rispondo in questo modo anche ad una legittima pubblica richiesta di chiarimento'', esordisce il responsabile del dicastero dell'Economia, il quale parlando dell'appartamento offertogli dall'ex consigliere indica che ''in contropartita della disponibilita' di cui sopra, basata su un accordo verbale revocabile a richiesta, come appunto poi e' stato, ho convenuto lo specifico conteggio di una somma a titolo di contributo, pagato via via per ciascuna settimana e calcolata in base alla mia tariffa giornaliera' di ospitalita' alberghiera''.
Tremonti aggiunge che ''all'inizio avevo pensato a un diverso contratto, che ho poi escluso per ragioni personali'', ''la ragione del tutto non era di convenienza economica ma di privacy''. ''Comunque nessun 'nero' e nessuna irregolarita' - sostiene -. Trattandosi di questo tipo di rapporto tra privati cittadini - argomenta - non era infatti dovuta l'emissione di fattura o vietata la forma di pagamento''.
Riguardo poi alla disponibilita' del contante, il ministro spiega di ricevere in contanti il suo compenso di ministro, pari a circa 2.390 euro al mese che, rispetto ai 4.000 euro dell'affitto mensile comporta una differenza di circa 1.600 euro, della quale puo' disporre perche' percepisce ''un reddito annuale molto elevato''.
''Pur avendo ora interrotto l'attivita' professionale, ho accumulato titolarita' di altri redditi - prosegue -. E' tutto tracciato e tracciabile''. ''Ho commesso illeciti? Per quanto mi riguarda sicuramente no. Ho fatto errori? Si' certamente'', sostiene il numero uno dell'Economia citando il fatto di non aver lasciato prima l'immobile. ''Con il 'senno di poi'- conclude Tremonti - ripeto, ho sbagliato''.
TREMONTI: 'FATTO UNA STUPIDATA NON ERO TRANQUILLO' - "Lo riconosco. Ho fatto una stupidata. E di questo mi rammarico e mi assumo tutte le responsabilità". Così il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in un colloquio con la Repubblica parla della vicenda che lo vede coinvolto riguardo all'affitto di una casa nel centro di Roma, pagato al parlamentare Marco Milanese. "In quella casa non ci sono andato per banale leggerezza - aggiunge il ministro - Il fatto è che prima ero in caserma ma non mi sentivo più tranquillo".
Il titolare del dicastero di via XX Settembre precisa che nel suo lavoro si sentiva "spiato, controllato, pedinato". Da qui la decisione di accettare la proposta di Milanese. Tremonti, però, respinge le accuse di evasione fiscale. "Chi parla di evasione fiscale - prosegue - è in malafede. Questa accusa non la posso accettare. Sono in grado di dimostrare in modo tecnicamente indiscutibile l'assoluta regolarità del mio comportamento e del mio contributo alle spese di quell'affitto". Inoltre, Tremonti nega di essere a conoscenza dell'inchiesta Enav e delle dichiarazioni dell'imprenditore Tommaso Di Lernia. "E' una storia di cui non so nulla - precisa Tremonti - non conosco quell'imprenditore indagato, non so nulla del contesto nel quale ha raccontato quei fatti".
In sostanza, Tremonti motiva la scelta di andare a stare nella casa di Milanese per tre giorni alla settimana, i giorni in cui restava a Roma, perché "non me la sentivo di tornare in caserma - dice - per questo, ad un certo punto ho accettato l'offerta di Milanese. L'ospitalità di un amico, presso un' abitazione che non riportava direttamente al mio nome, mi era sembrata la soluzione per me più sicura".
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